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Presenze e immagini di donne, dal fascismo agli anni del "miracolo italiano", nei "telegiornali prima della televisione": i cinegiornali dell'Istituto Luce (1927-1944) e della Settimana Incom (1946-1965). Diversi i climi - il regime mussoliniano prima, l'Italia democristiana della "guerra fredda" poi -, non dissimile la vocazione "pedagogica" e propagandistica né l'assoluta prevalenza del punto di vista maschile. L'autrice rivisita materiali di straordinaria ricchezza, conservati nell'Archivio storico dell'Istituto Luce, per individuare e ricostruire presenze e assenze femminili all'interno di universi comunicativi che presentano sia punti di somiglianza che corpose differenze. La "costruzione del nuovo italiano", e della "nuova italiana", è al centro dei Cinegiornali degli anni Venti e Trenta, e il libro ripercorre le differenti fasi del processo di "nazionalizzazione delle donne" avviato allora. Quell'aspirazione totalitaria non è più presente, invece, nella Settimana Incom, fortemente condizionata però dagli stereotipi tradizionali oltre che dalla politica governativa: è un'informazione che non usa più toni forti ma registra un'immagine quasi sbiadita dell'Italia e "racconta" - a suo modo - le diverse realtà di un paese provinciale. Eppure, qualcosa di differente dal passato emerge: affiorano nuovi ruoli e nuove individualità, si percepisce il mutamento di orizzonte, si coglie un nuovo senso di libertà, sia pure in un paese che vuole evitare svolte e cambiamenti radicali.